RECENSIONE DI FORTUNATO VALENZISE

Idotta Francesco, Hermann Hesse, L’estetica del tentativo, Città del Sole edizioni, Reggio Calabria 2004.
In centoquarantadue pagine, Francesco Idotta riesce a tracciare un profilo e l’aspetto filosofico che anima il grande filosofo tedesco, idolo della gioventù di ogni tempo. Diciamo subito che si tratta di un’analisi ardua e impegnativa affrontata con attenta riflessione, intelligente lettura dell’opera e relativa analisi per trarre poi l’essenza senza di un pensiero estetico che emerge tra le sue pagine e l’esito è in queste pagine esposto con metodologia e saggia coordinazione.
Ma andiamo con ordine cominciando dalla premessa che spiega il processo del suo lavoro e la strada percorsa in questa indagine, poi la biografia stesa con intelligente metodo di montaggio nella quale s’inseriscono frammenti autobiografici e felici intuizioni che emergono sia dalla vita che dall’opera di Hesse.
Successivamente l’autore si inoltra nell’analisi rilevando la voglia di libertà, il rapporto di Hesse con Nietzsche dal quale trae con pensiero personale l’autenticità degli atti della vita, il bello della contemplazione e dell’ascolto. Non è sistematico come il filosofo tedesco, ma come raffinatamente dice Idotta, trae la necessità di essere se stesso l’intorno dell’arte, parte della concezione non più arte per l’arte e la distruzione soggetto-oggetto. Poi le strade si separeranno e non si ricongiungeranno più.
I capitoli successivi sono ormai dedicati all’arte e l’autore sceglie opportunamente “Il luogo della steppa” il romanzo dove meglio può delineare il pensiero etico ed estetico di Hesse e tra l’altro, dimostra come l’arte, espressione d’amore, è come una strada che attraverso molti tornanti porta alla comprensione di sé e del proprio ruolo. E ci piace questa bella espressione di Idotta quando dice: “È necessario che l’arte si liberi dal giogo; essa non nasce per rappresentare il reale, per riprodurlo, ma per far viaggiare l’uomo in un universo nuovo, nel suo mondo interiore”.
Intenso è anche il capitolo quarto nel quale il nostro, sempre sulla scorta dell’analisi dell’opera, dimostra come Hesse riteneva l’arte come regime terapeutico per la cura dell’anima, e consentiteci ancora una volta di fare richiamo al riporto quando Idotta dice: “L’arte è quindi la lotta dello spirito contro la malattia del rifiuto, contro l’atto di nascondersi con la testa sotto la sabbia. L’arte è il ritorno a casa, all’essere, volendo il nulla”.
Il quinto capitolo è dedicato ad una rassegna della critica contemporanea con acuti interventi su quanto dicono in particolare Masini, Mayer, Girone, Vessari, Banchelli, Plutino e Pocar. Sensibile infine la conclusione e vogliamo ancora richiamare un pensiero dell’autore che sintetizza il suo lavoro e una speranza che condividiamo: “La visione hessiana dell’arte può aprire una nuova via per la ricerca estetica, la via del ‘tentativo’, che mira al recupera della bellezza, violentata dalla massificazione e dalla soffocante volontà di dominio dell’uomo, il quale non ‘vede’ e non ‘sente’ ma si limita a ‘consumare’. La via del tentativo, che conduce l’uomo su strade inesplorate, partendo dall’istante attuale, e dal presupposto che gli opposti non sono più tali, e che tutto è parte del tutto.
La lettura di un libro come questo, ci dice tante cose ed educa non solo a capire la grande anima di Hesse, ma soprattutto chiarisce molti concetti sulla filosofia dell’estetica e sui principi dell’etica.
Un’accurata bibliografia consentirà a chi vuole ampi approfondimenti, nobilissimi sono i ringraziamenti che concludono il volume. Caratteristica ormai ci appare l’elegante e sobria veste editoriale della Città del Sole edizioni.

Fortunato Valenzise